E’ stato siglato il 25 novembre scorso un importante accordo di collaborazione tra l’Autorità Nazionale Anti Corruzione (ANAC) e il Ministero della Transizione Ecologica (MITE). Con esso viene dato luogo ad un piano di monitoraggio dell’applicazione dei CAM
Perché un’attività di monitoraggio
Numerose sono le basi normative alla realizzazione, in primo luogo, di criteri ambientali minimi all’interno dei bandi di gara attraverso i quali vengono affidati i servizi ed i beni, ovvero effettuati gli acquisti verdi da parte delle Pubbliche Amministrazioni.
Innanzitutto, con il Codice dei contratti pubblici, si prescrive (art. 34, recante “Criteri di sostenibilità energetica ed ambientale”, si prescrive che: “Le stazioni appaltanti contribuiscono al conseguimento degli obiettivi ambientali previsti dal Piano d’azione per la sostenibilità ambientale dei consumi nel settore della pubblica Amministrazione attraverso l’inserimento nella documentazione progettuale e di gara almeno delle specifiche tecniche e delle clausole contrattuali contenute nei criteri ambientali minimi adottati con decreto del Ministro dell’ambiente e della tutela del territorio e del mare (…). I criteri ambientali minimi definiti dal decreto di cui al comma 1, in particolare i criteri premianti, sono tenuti in considerazione anche ai fini della stesura dei documenti di gara per l’applicazione del criterio dell’offerta economicamente più vantaggiosa, ai sensi dell’articolo 95, comma 6. L’obbligo di cui ai commi 1 e 2 si applica per gli affidamenti di qualunque importo, relativamente alle categorie di forniture e di affidamenti di servizi e lavori oggetto dei criteri ambientali minimi adottati nell’ambito del citato Piano d’azione”.
Lo stesso codice prevede che il loro inserimento sia obbligatorio.
Inoltre, alla luce della L. n. 296/2006 (c.d. Legge Finanziaria 2007), all’art. 1, c.1126, si prescrive che il Piano d’azione per la sostenibilità ambientale dei consumi nel settore della pubblica amministrazione (PAN GPP) è
“predisposto dal Ministero dell’ambiente e della tutela del territorio e del mare, di concerto con i Ministri dell’economia e delle finanze e dello sviluppo economico, d’intesa con le regioni e le province autonome di Trento e di Bolzano, e sottoposto alla approvazione dalla CONSIP Spa”.
Il MITE sta operando in tale direzione, essendo già realizzati e/o in corso d’opera, l’elaborazione di numerosi set di criteri ambientali minimi, aventi ad oggetto svariate tematiche (strade, igiene urbana, arredo urbano, ecc…).
Ciò premesso, la Comunità europea richiede al nostro paese un’attività di monitoraggio a riguardo dell’implementazione dei criteri. Ne è prova la Comunicazione COM (2008) 400 recante “Appalti pubblici in un ambiente migliore”, per cui la Commissione Europea ha sottolineato l’importanza di attivare un monitoraggio per valutare il raggiungimento degli obiettivi europei in materia di Green Public Procurement. Ed anche la Decisione n. 1386/2013/UE (7° Programma d’azione europeo per l’ambientale 2014-2020), per cui Parlamento Europeo e Consiglio Europeo hanno incluso il monitoraggio sugli appalti verdi tra le azioni prioritarie che la Commissione Europea dovrà svolgere sulla base dei dati da acquisire dagli Stati Membri.
I temi dell’accordo
Pertanto, appare naturale conseguenza un accordo di collaborazione per cui le due parti, ANAC e MITE, si impegnano a collaborare, ciascuna nell’ambito delle proprie competenze istituzionali, al fine di garantire il rispetto proprio delle norme del Codice degli Appalti sopra richiamato, in materia ambientale.
I punti dell’accordo
In particolare, la collaborazione andrà a toccare i seguenti ambiti:
- monitoraggio e vigilanza sull’applicazione dei Criteri Ambientali Minimi: definizione delle informazioni necessarie al monitoraggio delle gare, anche nella fase di aggiudicazione e, eventualmente, nella fase di esecuzione dei contratti pubblici; definizione di criteri per individuare casi specifici da inserire nei piani di vigilanza ANAC per l’analisi di eventuali criticità anche, se del caso, nella fase esecutiva dei contratti;
- attività regolatoria e di indirizzo: condivisione di atti di indirizzo, linee guida, clausole-tipo per bandi e capitolati e simili atti, necessari per attuare le norme in materia di sostenibilità ambientale degli acquisti pubblici, al fine di fornire ausilio alle stazioni appaltanti, garantendo altresì uniformità di indirizzi;
- attività di formazione: collaborazione alla realizzazione di iniziative formative.
Le modalità della collaborazione di cui ai punti precedenti sono stabilite dalle Parti con successivi atti attuativi.