Notevole successo del Piano Nazionale Ripresa e Resilienza (PNRR), a giudicare dall’entità complessiva delle proposte effettuate nei confronti del Ministero della Transizione Ecologica (MITE), presieduto dal Prof. Roberto Cingolani.
Le recenti dichiarazioni di Cingolani sullo stato di avanzamento del PNRR
Prima di vedere l’entità del plafond richiesto dai Destinatari, un breve flashback sullo stato dell’arte.
Oramai sulla bocca di tutti, per via delle rilevanti risorse messe a disposizione, il PNRR, secondo le intenzioni del MITE deve essere la punta di un sistema più ampio, costituito da varie forme di incentivi e riforme promosse dal Ministero, da introdurre per raggiungere gli obiettivi 2030 e 2050.
Il Piano dovrà essere l’occasione, soprattutto, per ridurre il divario esistente tra le varie parti del Paese: si pensi al fatto che, secondo il MITE, il Mezzogiorno dovrà essere il destinatario del circa il 40% delle risorse.
Il MITE ha recentemente sottolineato, per via del Ministro, che si rende necessario un particolare sforzo progettuale da parte dei proponenti, affinché questa attenzione ‘ex-ante’ (ad esempio prevedendo in fase di bando una quota da destinare in via prioritaria al Sud) si traduca poi effettivamente in progetti concreti.
Cingolani ha evidenziato che il PNRR sarà sotto la lente di ingrandimento, e opportunamente attenzionato, dall’Unione europea, che ha fissato tappe ed obiettivi da raggiungere (“Milestones e Targets”), e che, in parallelo, per monitorare strettamente questi impegni, il MITE ne aggiungerà di propri, che rappresentano step intermedi nei cronoprogrammi per il raggiungimento degli obiettivi europei.
È importante evidenziare che le M&T europee sono fondamentali, ma non forniscono pienamente il quadro di insieme di avanzamento di tutti gli interventi del PNRR.
Cingolani ipotizza l’aggiudicazione dei bandi già in corso per oltre 2,5 miliardi di euro (‘Impianti di gestione rifiuti e ammodernamento di impianti esistenti’ (1,5 miliardi), ‘Progetti “faro” di economia circolare’ (0,6), ‘Isole Verdi’ (0,2), ‘Interventi per la sostenibilità ambientale dei porti’ (0,27)). Ed anche ‘Sviluppo Agrovoltaico’ (1,1), ‘Promozione rinnovabili per le comunità energetiche e l’auto-consumo’ (2,2), ‘Sviluppo del biometano’ (1,92), ‘Rafforzamento smart grid’ (3,61), ‘Interventi su resilienza climatica reti’ (0,5), ‘Sviluppo di sistemi di teleriscaldamento’ (0,2), ‘Tutela e valorizzazione del verde urbano ed extraurbano’ (0,33) (questi ultimi sommano ben 10 miliardi di Euro).
In parallelo concorrono al raggiungimento dei target di decarbonizzazione del PNRR le aste per nuova capacità rinnovabile elettrica, con 3 GW da bandire nel primo semestre (dopo l’aggiudicazione di 1,8 GW a gennaio). Un risultato già importante se confrontiamo l’esito con quello delle aste precedenti: rispetto a una media di circa 500 MW a procedura registrata nelle precedenti sei tornate, nell’ultimo bando si è quasi triplicata la potenza aggiudicata.</li><li>Possibile proseguo del meccanismo FER1 e avvio primi bandi relativi al FER2, il meccanismo di incentivazione delle tecnologie rinnovabili ‘innovative’ (con capacità per il 2022 in corso di definizione).
Le proposte pervenute
Sulla base del plafond messo a disposizione, pari a 2,1 miliardi di euro per la realizzazione di nuovi impianti per il trattamento e il riciclo dei rifiuti, l’ammodernamento di impianti esistenti e la realizzazione di progetti “faro” di economia circolare, sono giunte 4.114 proposte, per un valore complessivo dei progetti di oltre 12 miliardi.
Dal Sud il 45% delle proposte a valere sui fondi del PNRR, fondamentale per rispettare la condizionalità imposta dagli impegni assunti con il Piano (almeno 40% destinazione delle risorse al sud).
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