È in queste settimane in discussione, presso Parlamento e Consiglio europei, la proposta di Direttiva per la riduzione della plastica monouso, che avrebbe come obiettivo principale quello di contribuire, in modo significativo, alla riduzione dell’inquinamento dei mari, costituito per il 49 percento da rifiuti di plastica usa e getta.
Cosa avverrà il prossimo 24 ottobre 2018
E’ previsto, per il prossimo 24 ottobre, il voto del provvedimento in oggetto da parte del Parlamento europeo riunito in seduta plenaria della c.d. “Single Use Plastic Directive”, proposta dalla Commissione lo scorso 25 maggio.
Sebbene l’inquinamento dei mari venga pacificamene considerato privo di dubbio, alcuni parlamentari italiani osservano una “superficialità” nella versione licenziata dalla Commissione, in quanto non considererebbe le conseguenze economiche negative, oltre a non avere cadute positive per l’ambiente.
I nostri rappresentanti contestano l’eccessiva fretta e le mancate valutazioni sull’impatto economico della proposta di direttiva, soprattutto per gli effetti che avrà sulle imprese italiane di settore.
Si ricorda che l’Ombudsman europeo (il garante dei cittadini) ha annunciato la volontà di svolgere le proprie indagini sulle conseguenze di una possibile implementazione delle prescrizioni contenute nell’atto in esame.
Inoltre Confindustria, mediante il presidente Vincenzo Boccia, ha affermato che il testo, che sarà votato in Parlamento, “nella versione che si appresta ad essere approvata avrebbe effetti catastrofici per alcuni importanti comparti del nostro sistema produttivo”.
Gli obiettivi da raggiungere
Il target principale da raggiungere consiste nell’ obbligo di raccolta del 90% delle bottiglie al 2025 e viene declinato attraverso vari strumenti: l’obiettivo, infatti, andrebbe raggiunto mediante
- divieti di commercializzazione di alcuni prodotti specie quelli che inquinano mari e spiagge (ad esempio
- cotton fioc, posate, piatti, cannucce, mescolatori per bevande e aste per palloncini)
- obiettivi di riduzione del consumo;
- obblighi dei produttori di contribuire a coprire i costi di gestione dei rifiuti e di pulizia dei rifiuti;
- misure di sensibilizzazione e obiettivi di raccolta per quanto riguarda le bottiglie (gli Stati membri dovranno raccogliere il 90% delle bottiglie entro il 2025).
Gli emendamenti proposti
La commissione ambiente del Parlamento UE ha proposto vari emendamenti, tra cui si ricorda l’aggiunta tra i prodotti da vietare a decorrere dal 2021 degli imballaggi per alimenti e bevande in polistirene espanso sintetizzato (Eps), dai sacchetti di plastica con uno spessore di parete inferiore a 15 micron e delle confezioni di plastica oxo-degradabili, nonché delle pellicole di pacciamatura